Joicy sta arrampicando su una delle sue vie preferite nel Dorset in Inghilterra. E’ arrivata al 5° spit della via e sta facendo un resting. Ad un certo punto sente uno strano rumore sibilante sotto di sé, guarda e vede la corda che scivolando via dal suo imbrago finisce a terra. Fortunatamente Joicy si assicura con i rinvii allo spit di fronte e successivamente torna a terra in sicurezza. Joicy è una graziata del “nodo non chiuso” o non completamente eseguito, un fenomeno che ogni anno riguarda climber in tutto il mondo e che difficilmente lascia scampo.
La non chiusura del nodo è un problema subdolo che tende a riguardare climber esperti, affetti dalla normalità consolidata della ripetizione del gesto alla stregua degli incidenti riguardanti i sub in immersione che colpiscono quasi esclusivamente sub esperti che commettono errori per eccesso di confidenza.
Se a Joicy non si fosse aperto il nodo nel corso della via, probabilmente sarebbe incorsa in un incidente fatale una volta raggiunta la catena ed effettuato il bloccaggio. A quel punto sarebbe volata a terra dalla sosta, proprio come accadde a Lynn Hill la famosa climber statunitense che nel 1989 in Buoux, Francia, per un nodo non chiuso è volata dalla sosta a terra per 20 metri ma per fortuna l’urto viene attutito dagli alberi e si frattura solo una caviglia.
Lynn dirà poi di essersi distratta per fare conversazione mentre faceva il nodo e di aver avuto un pullover ingombrante che avrebbe nascosto l’errore alla sua vista.
Lynn Hill è una delle più forti climber al mondo, ha fatto la storia dell’arrampicata americana dello Yosemite ed è una “graziata” del nodo non chiuso.
PREVENZIONE
Che il tuo nodo preferito sia l’otto infilato o il bulino ripassato, l’importante è che lo esegui sempre correttamente e fino alla fine, perché purtroppo il nodo all’imbrago lo si sbaglia solo una volta nella vita. Ecco alcuni consigli che possiamo darti per evitare di incorrere nell’errore:
Double check: se ti sembra noioso da fare e se ti senti stupido a fare il controllo incrociato con il tuo compagno vuol dire che è proprio il momento di farlo. Sono proprio i climber esperti a snobbare questa procedura perché li fa sentire dei newbie, invece è proprio perché sono esperti che possono cadere nell’errore da ripetizione e dovrebbero effettuare il controllo reciproco.
Non distrarre il compagno mentre si sta legando: anche senza il “guarda! c’è Adam Ondra che fa un 9b dietro di te”, è sufficiente una semplice battuta tra amici o una domanda a distrarre il compagno mentre sta facendo il nodo. Scherzare tra amici in falesia è bello, l’esecuzione di un nodo dura pochi istanti, puoi aspettare qualche secondo e poi riprendere a scherzare.
Evitare maglie lunghe che coprono la vista dell’imbrago: avere una buona e completa visibilità degli anelli ventrali dell’imbrago è fondamentale per una corretta esecuzione del nodo. Se si ha una maglia lunga che ci copre parzialmente la vista c’è il rischio di sbagliare e tipicamente, passare la corda solo sull’anello in basso dell’imbrago.
Tira la corda del compagno: un gesto banale che può parzialmente sostituire il controllo incrociato è il “tirare” la corda attaccata all’imbrago e all’assicuratore del compagno. Se si tira la corda del climber che sta per partire si avrà la possibilità di vedere meglio il gioco del nodo sugli anelli dell’imbrago e si noteranno errori o cose strane, se si tira la corda del climber che assicura si ha la possibilità di “testare” se la corda è stata inserita correttamente nell’assicuratore (in caso di assicuratori a bloccaggio assistito come il Grigri+) verificando che vi sia un effettivo bloccaggio.
Climb safe