La progressione in conserva con corda corta è una tecnica che viene utilizzata in alpinismo quando ci si trova su terreni prevalentemente rocciosi o a progressione mista e se le difficoltà dell’itinerario non sono eccessive. La conserva corta è una scelta valida nel caso in cui la cordata voglia avanzare con un ritmo costante e veloce. Si può anche usare la conserva corta nell’attraversamento di ghiacciaio dove non ci sia il rischio di cadere all’interno di crepacci.
La progressione in conserva corta non prevede vincoli tra la corda e la montagna, è la corda stessa che crea un vincolo tra i componenti della cordata, e serve un’attenzione costante da parte di ogni singolo componente. Una cosa importante da sottolineare è che per progredire con questa tecnica è importante che il peso dei membri della cordata sia omogeneo.
La progressione in conserva è funzionale in quei tratti con difficoltà moderata, quali creste, dove si voglia avere la possibilità di contrastare perdite di equilibrio di un membro della cordata o eventuali cadute.
Una eventuale scivolata deve essere immediatamente arrestata, prima che si generi una forza di arresto tale da non poter essere più trattenuta, motivo per cui tra i componenti della cordata la distanza deve essere di massimo 2 o 3 metri.
Nella cordata da tre elementi, i due componenti con maggior esperienza si legheranno ai capi della corda, mentre il componente meno esperto si legherà in mezzo. La posizione del capocordata varierà in funzione del terreno, in salita procederà davanti, mentre in discesa si posizionerà dietro.
Cosa Serve
Per effettuare una corretta progressione in conserva serve una corda singola. Sul mercato sono presenti prodotti specificamente realizzati per questo utilizzo, come la Beal Opera 8.5, la Edelweiss Performance 9.2 o la Beal Joker 9.1, corde con tripla omologazione e dallo spessore e quindi dal peso contenuto. Serve un cordino per creare un nodo autobloccante Machard e un moschettone a ghiera.
Come si esegue
I componenti si legano alla corda con un nodo a otto infilato o delle guide con frizione. La corda non utilizzata può essere sistema attorno al busto con una serie di spire poi bloccate con un nodo bulino e un moschettone all’asola che fuoriesce, oppure può essere riposta nello zaino in modo che in caso di necessità possa essere sfilata senza intoppi. Normalmente la si infila nello zaino facendola scorrere dall’alto. Prima di riporre la corda nello zaino è bene eseguire un nodo ad almeno un metro dal capo libero, come preavviso che la corda è al termine.
Su roccia e misto può essere comodo tenere in mano una piccola scorta di corda, utile per farla passare dietro spuntoni o altri ancoraggi naturali. La piccola scorta di corda in mano è utile anche per adattare la progressione del capocordata a quella dell’altro componente, mantenendo sempre la corda in tensione.
In conclusione e’ importante sottolineare che la progressione in conserva sia una tecnica che prevede ottima esperienza da parte di chi conduce la cordata, perché il rischio è elevato e soprattutto da non sottovalutare è l’aspetto psicologico e l’affiatamento tra i membri della cordata, che deve progredire in maniera unisona e coordinata.