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Perchè si cercano ancora i resti di Sandy Irvine sull’Everest

La recente scoperta dello scarpone di Irvine ha scosso profondamente la comunità alpinistica mondiale, quando la notizia è stata pubblicata dal National Geographic. Irvine e Mallory scomparvero sulle pendici superiori dell’Everest 29 anni prima che Edmund Hillary e Tenzing Norgay diventassero le prime persone conosciute ad aver raggiunto la vetta, nel 1953. Secondo un comunicato stampa che accompagnava la storia, una squadra composta dal regista e scalatore Jimmy Chin e dai registi Erich Roepke e Mark Fisher ha trovato lo scarpone in Tibet, su una sezione del ghiacciaio centrale di Rongbuk, appena sotto l’imponente parete nord dell’Everest, lo scorso settembre. All’interno dello scarpone c’erano resti umani, un calzino parziale, con le iniziali e il cognome di Irvine cuciti sopra.

Dal giugno 1924, quando Irvine e Mallory scomparvero tra le dense nuvole dell’Everest nel tentativo di diventare i primi a raggiungere la vetta, un interrogativo fondamentale è rimasto irrisolto: riuscirono a conquistare la cima prima di morire? Ora, con l’improvviso ritrovamento dello scarpone di Irvine, storici, scrittori e alpinisti che hanno dedicato gran parte della loro vita a risolvere questo mistero si interrogano su quale impatto possa avere questa scoperta.

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“È sicuramente una pietra miliare nella storia di Mallory e Irvine”, afferma Jochen Hemmleb, un ricercatore che da oltre 25 anni è alla ricerca di Irvine e che nel 1999 fece parte del team che scoprì il corpo di George Mallory. “Quando ho visto le foto dello scarpone e la targhetta con il nome, ho provato una sensazione di déjà vu. È stato come rivivere ciò che accadde 25 anni fa, quando Conrad [Anker] e gli altri trovarono lo scarpone di Mallory durante la spedizione di ricerca”.

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Da tempo si ipotizza che Irvine avesse con sé una macchina fotografica Kodak Vest Pocket, un reperto che potrebbe contenere le preziose foto non sviluppate scattate in vetta.

Dopo il ritrovamento del corpo di Mallory, gli esperti hanno formulato numerose teorie sul destino di Irvine. Forse il suo corpo è rimasto sulle alte pendici dell’Everest per un certo periodo, prima di essere trascinato via da una valanga. O magari è stato spostato altrove. Un’ipotesi particolarmente provocatoria è stata presentata in un’appendice del 2022 del libro di Synnott, The Third Pole. Synnott riferisce una teoria condivisa da un diplomatico britannico anonimo, secondo la quale i cinesi, che nel 1960 rivendicarono la prima scalata del versante nord dell’Everest, avrebbero trovato un corpo nel 1975 e rimosso in silenzio la preziosa macchina fotografica Kodak Vest Pocket. Successivamente, avrebbero seppellito i resti sotto alcune pietre per proteggere la legittimità della loro impresa.

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Il giorno del ritrovamento dello scarpone, Chin ha raccontato al National Geographic di aver notato un oggetto insolito emergere dal ghiaccio parzialmente sciolto. “Vedendo la forma, il tipo di cuoio e i chiodi di ferro, è stato subito chiaro che si trattava di qualcosa di antico”, ha spiegato. “Quando ho sollevato il calzino e ho visto l’etichetta, ho guardato i miei compagni e abbiamo capito di trovarci di fronte a qualcosa di unico.” Chin ha quindi contattato Julie Summers, pronipote di Irvine, oggi 64enne, che nel 2001 ha scritto una biografia dello zio.

 

Sebbene la scoperta dello scarpone di Irvine non risolva tutte le controversie, rivela un tassello importante del mistero. A quasi 100 anni dalla loro scomparsa, Irvine e Mallory continuano ad accendere la passione e l’interesse di chiunque si imbatta nella loro storia.

Lo spirito di questi uomini e la loro passione nel superare i limiti del potenziale umano sono ancora vivi. Si può ancora percepire quel senso di avventura dentro di noi, e ricondurlo direttamente a loro.

 

Sestogrado – yes, we climb.