L’uomo è un animale sociale. Il climber pure. Ecco perchè anche in falesia esiste tutta una serie di norme non scritte che regolano il rapporto fra gli scalatori. Una sorta di codice di buone maniere che, se messo in pratica, ci evita di venire etichettati come cafoni dalla nostra comunità. Dato il contesto, mangiare con le mani, pulirsi il muso con la manica della felpa e annusare le scarpette una volta scesi dal tiro sono attività che non suscitano minimamente lo sdegno degli amanti del verticale. In questo “galateo” alcuni principi sono largamente condivisibili, altri possono essere più o meno validi a seconda della sensibilità e delle abitudini dei vari arrampicatori. E alcune cose che almeno una volta le abbiamo fatte tutti!
- Lo scroccatore metodico
In ogni gruppo di amici c’è sempre quello che alle cene porta tre noci e pasteggia a spese del prossimo. Così nell’arrampicata c’è chi “scrocca” regolarmente il tiro montato. Tutti ammettiamo come sia più agevole trovare una bella fila di rinvii che luccicano sulla via, magari strategicamente allungati qua e là. Buona norma sarebbe quindi caricarsi ogni tanto dell’onere di piazzare la ferraglia.
- Lo studio infinito
Una regola aurea dell’arrampicata dice che, se lo scalatore è in libera, ovvero non si è mai appeso, l’assicuratore deve dargli la possibilità di chiudere la via, per quanto lenta sia la sua progressione. Ci sono poche eccezioni a questa norma e a meno che il flemmatico climber non abbia deciso di nidificare per due ore dentro una nicchia, l’uomo-grigri deve portare pazienza. Non così se chi scala si è fermato più volte, sta spazzolando ogni microsegmento di roccia, provando più e più volte i movimenti e insomma analizzando ogni metro di parete per garantirsi la prestazione. Tutto ciò può ovviamente essere tollerato di buon grado dal collo del compagno, ma solo a condizione che ci sia stato un accordo preventivo o che l’assicurato diventi a sua volta un assicuratore molto paziente.
- Urlatore
Sei Chris Sharma che fa un monodito su un 8b? Beh, se così fosse, potresti anche permetterti di urlare come un assassino, diversamente se stai facendo un 4c forse non è il caso che tu renda partecipe tutta la falesia dei tuoi incredibili sforzi.
- Il manipolatore
Mentire sapendo di mentire. É l’atteggiamento di chi, assolutamente consapevole che il suo obiettivo del giorno si trova in una falesia ombrosa, umida, scomoda e priva di tiri di scaldo per chi non fa come grado minimo il 7c, dipinge la suddetta come un giardino edenico colmo di vie imperdibili (che la relazione inspiegabilmente non nomina). E ciò allo scopo di trascinare i suoi ignari compagni in una trappola dove, a meno di non rifare immediatamente a ritroso l’avvicinamento, un’allucinante pietraia, saranno costretti a fare i turni sull’unico tiro umano del settore. In definitiva, meglio dire la verità e conservare i rapporti!
- Il monopolizzatore
Se la falesia non è casa nostra, allo stesso modo le vie non sono di nostra proprietà. Assolutamente riprovevole è perciò comportarci come se lo fossero, guardando in cagnesco chi ha l’aria di volerci fare un giro e piazzando corde su cinque tiri, per poi lavorarne solo uno.
- Il super connesso
Si, abbiamo capito che sei impegnato, super connesso e che controlli le email in ogni momento, ma, per favore!, non si possono vedere climber che maneggiano telefoni, rispondono, mentre fanno sicura. Qui non è solo una questione di etichetta. Mai visto nessuno farlo? Beato te.
- Il consiglio non richiesto
Il suggeritore è sicuramente in buona fede mentre dispensa indicazioni per mezza falesia su come tenere le tacche e valorizzare i tallonaggi. Tuttavia alcuni scalatori preferiscono ingaggiarsi da soli senza aiuti esterni e il fatto che non dicano nulla al premuroso compagno non significa che non vorrebbero un po’ più di silenzio mentre sono impegnati a non farsi scappare le prese. Validissimo in ogni ambito dell’esistenza, il consiglio (non richiesto) di evitare consigli non richiesti, è buono, nel dubbio, anche in arrampicata.
Ogni climber è diverso e ognuno ha la sua personale “lista nera”. Cosa c’è nella tua?