Cos’è l’UIAA: l’Union Internationale des Associationes d’Alpinisme, alla cui fondazione, avvenuta in Chamonix il 27.08.1932 ed a cui il Club alpino italiano ha preso parte è una associazione che racchiude e rappresenta a livello internazionale i club alpini dei singoli paesi, con lo scopo di promuovere l’alpinismo, la tutela dell’ambiente, la sicurezza e l’attenzione per i giovani.
Ora, anzi si può dire ormai da diversi mesi, il CAI è apertamente entrato in conflitto con la gestione dell’UIAA, accusandola di essere più interessata agli sponsor ed alle competizioni di ice climbing piuttosto che alle “attività per le quali è stata fondata.
La decisione è ormai stata presa e a dichiararlo è lo stesso Presidente generale del CAI Vincenzo Torti che, sul numero di agosto di Montagna360, magazine del Cai, commenta con queste parole:
“Si tratta di una scelta imposta da gestioni e strategie che non ci appartengono”, a partire “dall’inserimento dell’organizzazione di competizioni di Ice Climbing tra le finalità statutarie, preteso da uno sponsor, alle quali vengono destinate sempre maggiori risorse, a scapito delle finalità storiche”. Ad oggi con la gestione UIAA i budget dedicati ad altre attività come l’alpinismo sono irrilevanti (860 euro), rispetto ai 180 mila per l’arrampicata su ghiaccio.
In altre parole l’UIAA sarebbe ormai più interessata agli sponsor e alle competizioni di Ice Climbing, piuttosto che all’alpinismo, alla tutela dell’ambiente, alla sicurezza e all’attenzione per i giovani, che sarebbero poi le finalità dell’UIAA in cui anche il CAI si riconosceva.
A causare la rottura, sempre secondo il presidente, è quindi la mancanza di trasparenza da parte dell’UIAA e la creazione di priorità estranee all’essenza della Federazione stessa.
Cosa cambia: (una volta ogni tanto) anche i tedeschi del DAV e gli austriaci del OAV, sono d’accordo con il CAI italiano.
La prospettiva è quella di fondare una Associazione che riunisca i soli Club Alpini Europei (EUMA), finalizzata ad un dialogo più diretto con gli organi dell’Unione Europea sulle tematiche della montagna, dei suoi abitanti, del suo ambiente e dei suoi frequentatori. Tale organismo dovrà avere struttura “leggera” e costi essenziali, utilizzando, ove possibile, la logistica già in essere nel Club Arc Alpin (che riunisce le associazioni alpinistiche dell’arco alpino). Insomma, maggiore impegno per l’alpinismo in Europa e quindi in Italia a livello “istituzionale”.
DAV, OAV e CAI sono i tre maggiori Club alpini al mondo e complessivamente rappresentano 2.000.000 di appassionati di montagna.
L’obiettivo è quello di riportare l’attenzione e concentrarsi su l’alpinismo, la libertà di accesso, la tutela dell’ambiente montano, la formazione delle federazioni meno strutturate, l’avvicinamento dei giovani alla montagna e le attività di soccorso.
Tutti obiettivi più che condivisibili per chi ama la montagna.