Per più di 70 anni il Club Alpino Americano ha raccolto e pubblicato i dati relativi ad arrampicata ed alpinismo in Nord America in un report che si chiama ANAC. Il report include e cataloga feriti, morti, cause principali ed altre informazioni rilevanti ma non effettua un vero e proprio approfondimento sulle dinamiche che hanno causato l’incidente.
Quello che segue è il report di 30 anni, frutto dei dati raccolti dal 1990 ad oggi, relativo a 2.770 incidenti verificatisi in Nord America. Prima però alcune precisazioni:
- L’analisi è compiuta sul territorio nord americano, in altre parti del mondo gli incidenti possono avere determinate specificità (se si dovesse analizzare solo l’Himalaya per esempio). Tuttavia un campione di 2.770 incidenti, in un territorio ampio e variegato come quello nordamericano, può considerarsi rappresentativo di ciò che si verifica in Europa.
- Non tutti gli incidenti registrati dall’ANAC sono stati inseriti nel report, solo quelli con sufficiente numero di informazioni, corrispondente al 56% dei casi.
- Non tutti gli incidenti avvenuti sul territorio americano vengono registrati dall’ANAC. Ci sono incidenti che non compaiono perché la cordata è riuscita ad autosoccorersi. Spesso gli infortuni “minori” non vengono rilevati, perché il ferito si reca autonomamente al pronto soccorso. A volte incidenti che avvengono nel bouldering e nelle palestre non vengono segnalati all’ANAC, quindi in questo report possono essere sottostimati.
Il tipo di arrampicata che causa più incidenti:
L’arrampicata trad, non l’alpinismo in senso ampio ed il ghiaccio che vengono trattati a parte, ha un tasso di pericolosità tre volte superiore all’arrampicata sportiva, il che è anche immaginabile. L’arrampicata in top rope, quella ritenuta più sicura, non è del tutto immune da incidenti.
La causa più comune di incidenti rilevata in questa tipologia di arrampicata è concernente la gestione della sosta:
Errori nella gestione della sosta possono essere i più vari e possono capitare in occasione del compimento della manovra dell’anello chiuso, quando si raggiunge una sosta con corda occupata da altra cordata, in generale quando si devono o vogliono compiere manovre. Qui viene riportato il caso di un incidente capitato perché il climber che risaliva da secondo una via con la corda passata nei rinvii, ha smoschettonato via via tutti i rinvii per poi smoschettonare anche la sosta.
In generale, ciò che se ne può trarre è la necessità, oltre quella di portare attenzione ovviamente, di applicare sempre la ridondanza alle proprie manovre, pensando “ehi, se questo non funziona o se sbaglio qualcosa, almeno c’è questo che mi tiene”.
Non è una sorpresa che la prima causa di incidenti in arrampicata trad sia la mancanza di protezioni/proteggibilità, che incide per il 49%:
Così come incide, come prima causa, per il 31% nell’arrampicata su ghiaccio:
Se si guarda ai casi gravi, a ciò che ha causato un incidente mortale in tutte le attività di arrampicata, tolto il soloing, che è la prima causa per il 38%, la causa con più elevata incidenza è la calata, con il 30%:
Altro elemento che fa la differenza è la mancanza del casco e problemi legati alla visibilità ed al disorientamento.
Questi dati danno uno spaccato generale di ciò che è capitato negli ultimi 30 anni, possono essere imprecisi o non tenere conto della esatta dinamica e specificità dei fatti, però ci dicono una cosa: non conta quanto tu sia esperto, tutti dovremmo prestare la massima attenzione alle basi della sicurezza e dovremmo cercare di comunicare il più possibile, nel modo più chiaro possibile, con il nostro partner.
Dai dati dell’ANAC, d’altro canto, emerge che i climber più esperti hanno più incidenti rispetto a quelli con minore esperienza (anche perché si spingono in progetti più ambiziosi). Leggere il report completo dell’ANAC può essere doloroso, perché dietro ai numeri ci sono persone e vite spezzate. La buona notizia è che se stai leggendo questo articolo, puoi farne tesoro ed agire di conseguenza.
Climb safe