alex honnold oscar

And the oscar goes to… Alex Honnold!

Bravo Alex, ce l’hai fatta. O dovremmo dire bravi ai registi  Jimmy Chin e Elizabeth Chai Vasarhelyi. Jimmy Chin è uno dei più capaci e riconosciuti registi in ambito outdoor ed era “in odore” di vittoria dell’Oscar, comunque facciamo il riassunto delle puntate precedenti:

Free Solo, che ha vinto l’Oscar per il miglior documentario, racconta una scalata in “free solo” (cioè slegato, senza corde o protezioni) fatta nel giugno 2017 da Alex Honnold. E’ in alcuni cinema italiani dal 19 febbraio (qui le date) ed è prodotto da National Geographic. La via scalata da Honnold si chiama Freerider ed è già molto difficile da scalare normalmente, assicurati con le corde. È una parete alta circa 900 metri e Honnold ci mise circa quattro ore per percorrerla tutta.

Ma veniamo agli Oscar. Qualcuno ha fatto notare come Alex non sia stato adeguatamente “celebrato” e sia passato in secondo piano, ciò si nota già dalla premiazione, in cui l’Oscar viene annunciato da Jason Momoa, attore, climber amatoriale (forte) ed amico di Alex Honnold.

Effettivamente può essere vero, anche se c’è da dire che la premiazione degli Oscar non è il Piolet d’or o una riunione di alpinisti, ma è la massima celebrazione per quanto riguarda i prodotti cinematografici, per cui la prospettiva è quella del mondo di Hollywood nel valutare il prodotto cinematografico e non l’impresa alpinistica.

Detto questo c’è da dire che Free Solo ha raggiunto l’obiettivo di portare l’arrampicata, anche se in una forma estrema e non del tutto rappresentativa (ma d’altronde come si può fare in un solo film?), al grande pubblico, con una storia in grado di coinvolgere ed emozionare. Alcuni critici sostengono che Free Solo possa essere un pericoloso invito all’emulazione, che non sia rappresentativo del vero alpinismo, etc. Noi facciamo notare che per essere un prodotto main stream, destinato ai cinema ed alle masse, grazie a Dio che dopo prodotti come Cliffhanger, Vertical Limit, che danno una rappresentazione dell’alpinismo oltre il surreale, arrivi nelle sale un film che rappresenta la preparazione, le difficoltà, il grado di vero impegno richiesto per un’impresa del genere.

Poi se da un lato c’è chi si interroga sul fatto che portare l’arrampicata a questo grado di notorietà sia più positivo o negativo, dall’altro c’è lui, Alex Honnold, che dichiara apertamente e teneramente che a lui dell’Oscar non gliene fr… etc. che non è un attore, e che è contento che qualcuno abbia trovato qualcosa di significativo ed interessante nella sua storia.

Noi per il momento siamo contenti per Alex Honnold, Free Solo è un bel film documentario che va guardato.

Le cose memorabili della serata secondo noi sono:

  • lo sguardo sperso di Alex
  • il completo indossato realizzato per lui appositamente in tessuto tecnico da North Face (non è uno scherzo)
  • Alex che quando la giornalista gli chiede “quali sono i tuoi punti di debolezza?” risponde, “le dita, le mie dita sono maledettamente deboli”.

Avercene Alex, avercene…