Gli arrampicatori ed alpinisti sono spesso una categoria un po’ strana, si fissano un obiettivo che non ha “alcun valore materiale” come salire una parete di roccia e ghiaccio tramite il percorso più difficile e danno la precedenza ai loro progetti, su tutto. Il climber e l’alpinista medio sono personalità dal carattere spesso egoista, a discapito del lavoro, della famiglia e dei rapporti sociali. Ma non è corretto generalizzare: la vita e le imprese di Nives Meroi e del compagno Romano Benet dimostrano l’esatto contrario.
Nives è tra le più forti alpiniste della storia, insieme al marito Romano Benet. I due hanno scalato tutti i 14 ottomila, senza l’uso di ossigeno supplementare né portatori d’alta quota: prima coppia in assoluto a riuscire nell’impresa.
Nota bene: non si tratta di atleti, di guide o di chi lo fa per mestiere: Nives e Romano hanno scalato come amatori, appassionati, nel loro tempo libero!
Anche solo fin qui, la loro storia ha dell’incredibile. Senza ossigeno, senza sherpa e su tutte le vette sopra gli ottomila nel mondo, in tempi in cui questo non era affatto scontato, e per di più allenandosi e organizzando i vari viaggi nei ritagli di tempo.
Nives e Romano nel loro negozio di articoli sportivi a Tarvisio, 2019.
Tornando indietro nel tempo, scopriamo che Nives è, un po’ da sempre, appassionata di montagna. Nel 1989 sposa Romano Benet e i due fanno coppia fissa per scalare le più intense vette italiane e poi assaggiare la roccia di tutto il mondo, fino all’Himalaya.
Da assoluti amatori, iniziano la carriera alpinistica himalayana negli anni ’90. Nel 1998 conquistano il primo ottomila, il Nanga Parbat, e Nives è la prima donna italiana in vetta.
Nel 2003, sempre in coppia col marito, è la prima donna a compiere la traversata dei tre ottomila Gasherbrum I, Gasherbrum II e Broad Peak, mentre la coppia è la seconda cordata al mondo a realizzare l’impresa. Di grande valore la conquista della cima del K2 del 2006. Ancora una volta, Meroi e Benet raggiungono la cima da soli, senza l’ausilio di ossigeno supplementare e senza aiuti nel battere la traccia su tutto il percorso. In quell’occasione é la prima donna italiana a conquistare la vetta della montagna, scalata per la prima volta 52 anni prima da una spedizione italiana. Nel 2006 solo altri due giapponesi, ma con l’uso di ossigeno supplementare, raggiungono la vetta della montagna.
Il K2 ha rappresentato il loro esordio come coppia alpinistica, anche al grande schermo. Nonostante nel 2006 avessero già raggiunto 8 dei 14 ottomila, il K2 era considerato tra gli scogli più duri per “assicurarsi” il proseguimento del loro progetto. I due avevano già tentato la vetta nel 1996, attraverso un nuovo tracciato lungo la parete nord, evitando l’ormai classico sperone Abruzzi.
Nel 2007 conquistano l’Everest, con Nives Meroi prima donna italiana in vetta senza ossigeno supplementare. L’anno successivo, in stagione invernale, tentano il Makalu senza raggiungere la vetta, mentre nella discesa Meroi si frattura una gamba. Pochi mesi dopo, con la salita in vetta al Manaslu dell’ottobre 2008, la coppia conquista l’undicesimo ottomila. Prima di lei, questo traguardo femminile era stato raggiunto solo da tre donne. In questa occasione la coppia è stata accompagnata dalla guida Luca Vuerich.
«Sulla cima eravamo solo noi tre, mentre tutti gli altri si sono fermati sull’anticima. Moltissime persone, la gran parte con l’ossigeno, le bombole erano disseminate lungo la salita come le briciole di Pollicino. Ci siamo abbracciati e gustati la cima e poi abbiamo iniziato a scendere» – Nives Meroi
Nell’estate del 2009 la coppia tenta, e infine abbandona, il tentativo di scalata dell’Annapurna per le condizioni proibitive della neve ed il Kangchenjunga per l’improvviso peggioramento delle condizioni fisiche di Benet, il quale si sente male tra il campo 3 e 4. Propone a Nives di continuare l’ascesa ma lei risponde categoricamente con un no. La coppia rinuncia e abbandona l’impresa. L’impresa deve esser affrontata e vissuta in due, rinunce comprese.
Tornati in Italia, il marito scopre di essere affetto da una grave malattia, l’aplasia midollare severa. La cura esiste ma è impegnativa: nei mesi successivi, Benet subisce due trapianti di midollo osseo, chemioterapia e numerose trasfusioni. Da quel momento Romano non si senterà più “solo”, bensì porterà con sé anche il midollo di chi glielo donò, salvandogli la vita.
La moglie, che potrebbe continuare la scalata degli ultimi 8000 e ottenere primati nella “gara contro il tempo” della prima donna al mondo a salire tutti gli Ottomila, in particolar modo senza ossigeno e portatori d’alta quota, decide di attendere che il marito si riprenda, a costo di perdere riconoscimenti e di eventualmente, non salire mai le ultime vette.
Ufficialmente, ad agosto 2009 in un’intervista, Nives annuncia il proprio ritiro dalla competizione per la prima scalata femminile di tutti gli ottomila della terra. Nives afferma che la corsa al primato femminile himalayano non le interessa più, volendo dare la precedenza alla cura ed alla vicinanza con il marito, mettendo così in secondo piano la scalata e la passione per la montagna.
Dopo la difficile riabilitazione di Benet, nel 2012 la coppia torna nel campo delle spedizioni himalayane, con diversi acclimatamenti e situazioni per verificare lo stato di salute in quota, in particolare di Benet.
Finalmente, nel 2014 la coppia ritenta la spedizione al Kangchenjunga e la consegue, conquistandone la vetta. A questo punto, la coppia sembra esser tornata alla ribalta nel gioco alpinistico internazionale, e nulla pare poterli fermare.
Il 12 maggio 2016 la coppia raggiunge la cima del Makalu. Infine, giovedì 11 maggio 2017, raggiungono insieme la vetta dell’Annapurna, completando così tutte le quattordici vette sopra gli ottomila, sempre senza ossigeno né ausilio di portatori d’alta quota.
Nives è la seconda donna nella storia a salire tutti gli ottomila del mondo senza l’uso di ossigeno supplementare.
Ma soprattutto, la cordata Nives Meroi e Romano Benet è la prima in assoluto ad aver compiuto l’impresa in coppia e ad incoronare il loro sogno, alpinistico e romantico, assieme.
Il primo assoluto a scalare tutti gli ottomila del mondo fu Reinhold Messner nel 1986, senza ossigeno, mentre la prima donna fu la coreana Eun-Sun Oh nel 2010.
Nives Meroi è tutt’oggi un’alpinista forte e riconosciuta internazionalmente, ha ottenuto anche l’Ordine al merito della Repubblica Italiana, tra i più alti riconoscimenti italiani verso un civile, nel 2010:
“Di iniziativa del Presidente della Repubblica. Per gli eccezionali traguardi raggiunti nell’alpinismo di alta quota, un’attività che era rimasta a lungo prerogativa maschile.”
Cin cin, Nives e Romano! Alla vostra!