La Via degli Dei è un itinerario di trekking, percorribile a piedi o in mountain bike, che attraversa l’Appennino da nord est a sud ovest. Prende il nome dai monti che si salgono, i quali ricordano i nomi di antiche divinità pagane, adorate nella zona: Monte Adone, Monte Venere, Monzuno (Mons Iovis, monte di Giove) Monte Luario (Lua era la dea romana dell’espiazione) etc. E’ stato riscoperto negli anni ‘90 da alcuni camminatori e golosi delle pietanze tipiche tra Bologna e Firenze, il che lo rende uno dei cammini più attrezzati, apprezzati e praticati negli ultimi anni!
Un’altra particolarità del percorso è la partenza e l’arrivo in due luoghi, simbolo del potere del rinascimento e della storia italiana: si parte precisamente dalla Piazza Maggiore di Bologna e si arriva a destinazione alla Piazza della Signoria di Firenze.
Noi di Sestogrado abbiamo intrapreso il percorso a settembre 2019, giungendo in 5-6 giorni a destinazione, soddisfatti e con il cuore ricco di nuove amicizie, paesaggi ed esperienze.
Online si trovano guide, mappe, proposte di suddivisione delle tappe, recensioni degli alloggi, osterie o ristoranti del pellegrino in cui potersi fermare, quindi abbiamo pensato di stilare qualcosa di diverso: una lista dei 10 motivi per cui cui affrontare la via degli dei a piedi o in mtb.
Iniziamo!
1. Riscoprire l’Italia con modalità slow e sentirsi esploratori di una zona famosa principalmente per le città d’arte ma che presenta panorami, borghi, sentieri ed una storia unica al mondo, ad esempio camminando sull’antico selciato romano
In particolare in un periodo di restrizioni legate al Covid e di problematiche legate ai viaggi internazionali, riscoprire l’Italia nei borghi e nelle destinazioni legate al mondo dell’outdoor è una fortuna ed un piacere nuovo. L’Italia, terra d’arte, di storia ma anche di siti naturalistici tutelati dall’UNESCO, come parti delle Dolomiti ad esempio, è interessante e unica anche nei borghi, paesini, sentieri dimenticati e zone meno frequentate. La via degli dei si trova a cavallo tra due città d’arte visitate da viaggiatori di tutto il mondo, tuttavia la sua bellezza sta proprio nel mezzo. Il viaggio che conduce da Bologna a Firenze attraverso l’Appennino è l’occasione per riconnettersi con la natura, attraverso una vita slow per una settimana, in cui riscoprire i piccoli piaceri del quotidiano e riempirsi gli occhi di faggete, boschi di querce millenarie e respirare la stessa aria che respiravano gli antichi romani quando svilupparono il “selciato romano” proprio lì.
Un tratto della Via degli Dei in cui si cammina sull’antico selciato romano, nella Flaminia militare, una via militare fatta costruire dal console Caio Flaminio intorno al 187 a. C. e che servì all’impero per sconfiggere le tribù dei liguri. Questa strada era scomparsa a causa dell’incuria e dello scorrere del tempo, conservandosi solo dove la millenaria sedimentazione l’aveva coperta. Studiata, ricercata e riportata alla luce da due appassionati come Cesare Agostini e Franco Santi negli anni ’70 del Novecento, la via è ora percorribile ed è un’emozione unica passeggiarci sopra…
2. E’ meno conosciuta rispetto a cammini come la Via Francigena o Santiago, per cui è meno praticato e hai più contatto con la natura.
Apprezzerai i tesori d’arte e d’architettura dei piccoli borghi che attraverserai, avrai l’occasione per immergerti in silenzio nelle tipiche faggete e godrai di un contesto italiano, storico, naturalistico… in pace!
3. Le pietanze locali in viaggio saranno formidabili per ripristinare le energie consumate e ogni giorno diversissime, vietato essere a dieta
Tra Toscana ed Emilia Romagna non avrai difficoltà ad assaporare pietanze gustose anche adatte ad un viaggio come questo, che richiede principalmente zuccheri complessi che danno energia a lento rilascio col passare delle ore, ideale per non incorrere in picchi glicemici con conseguente calo di zuccheri. Senza esagerare con i sughi o con il sale, assaggerai pietanze come la lasagna alla bolognese, le tagliatelle con ragù, passando da un panino mortadella e crescione a pranzo ai tortellini in brodo alla sera, dalla schiacciata toscana (non eccedere con i salumi per via del sale contenuto) ai bici con sugo di cinghiale, dalla fiorentina dopo una tappa particolarmente stancante alla colazione con torte e fette biscottate con marmellate locali, dalla ribollita per scaldarsi e reidratarsi dopo scampagnate intense ai fagioli con l’uccelletto… No, non morirai di fame!
4. L’accoglienza è unica, l’Emilia Romagna è famosa per questo e la Toscana idem
Non ti sentirai né solo né abbandonato, i gestori di ostelli, b&b, campeggi, i ristoratori e tutte le persone che incontrerai nel tuo percorso ti accoglieranno a braccia aperte, perché è questa la prassi dell’Italia ed in particolare del centro Italia.
5. Conoscerai camminatori come te da tutto il mondo e continuerai a coltivarne l’amicizia anno dopo anno
Le conoscenze che si instaurano in viaggio durano all life long. Non vi vedrete per anni perché abitate in zone diverse, ma il supporto avuto durante il cammino, le gioie e le fatiche condivise, le avventure nei boschi e soprattutto i pasti condivisi in larghe tavolate dopo le scarpinate, creeranno un legame solido e duraturo.
Se l’idea è quella di intraprendere il cammino da solo, per mancanza di compagni di viaggio o per decisione personale, sappi che n0n rimarrai solo facilmente.
Provare per credere!
6. Ti metti davvero alla prova: non è un percorso per tutti
A differenza di altri cammini, come la via Francigena o il Cammino di Santiago, che (valico alpino di pochi giorni a parte) sono prevalentemente in piano, per cui è necessaria resistenza fisica, ma non ci sono particolari doti atletiche richieste, la Via degli Dei consiste in salite e discese continue lungo l’Appennino. Ogni giorno affronti un certo dislivello, che dipendentemente dalla tua personale suddivisione delle tappe, può essere intenso o meno. In media la via prevede 700 metri di salita e discesa al giorno, il che richiede fiato, gamba e ginocchia in buono stato.
Per superare senza troppa fatica il saliscendi quotidiano e per non gravare troppo sulle ginocchia, ti consigliamo di procurarti dei buoni bastoncini da trekking, resistenti e duraturi, come i Leki Legacy Lite o i Camp Backcountry 3.0. Se oltre a robustezza e affidabilità, cerchi un prodotto ripiegabile nello zaino in soli 40 cm ti consiglio i Ferrino Spantik. Le tue ginocchia ringrazieranno.
Tra i camminatori conosciuti in viaggio, coloro che hanno percorso oltre alla Via degli dei, cammini famosi e lunghi come Santiago e la via Francigena, hanno riscontrato maggior difficoltà in un percorso misto tra asfalto e monti come questo. I ragazzi conosciuti in viaggio che hanno abbandonato la via tra il secondo ed il terzo giorno, hanno dovuto farlo sia per impreparazione fisica, ma soprattutto per scarpe consumate e inadatte al suolo e per ginocchia messe alla dura prova, senza l’utilizzo di bastoni da trekking e fasce restringenti. Un altra ragazza era invece in difficoltà per via di un fastidioso male alla spalla, dovuto ad uno zaino enorme di litraggio e forma, totalmente inadatto alla sua fisicità ed al suo peso. Gli spallacci dello zaino che porterai con te devono essere larghi e comodi, con un certo spessore in modo da non premere su un punto ristretto, ma redistribuire il peso. Lo zaino deve avere schienale aerato, per non farti sudare oltremisura e per non lasciarti la schiena bagnata. Fondamentale è il cinturone che aiuta a ripartire il peso nel bacino e nella parte bassa della schiena, in modo da alleggerire le spalle che devono potersi muovere liberamente.
Insomma, la scelta dello zaino è FONDAMENTALE per tornare a casa integro e con le spalle pienamente funzionanti. Lo zaino dovrebbe pesare massimo il 10% del tuo peso, per cui se pesi 60 chili, il tuo zaino con l’attrezzatura necessaria, kit pronto soccorso, lampada frontale, cambio di abbigliamento tecnico, felpa, razione d’acqua quotidiana, barrette e poco altro, dovrebbe risultare massimo 6 chili. Missione dura ma possibile, con la giusta selezione degli oggetti da viaggio e con gli zaini moderni, comodi e leggeri.
Il modello classico, rinnovato da poco, è il Ferrino Finisterre 28 litri per i più minimalisti (complimenti a voi!) e 38 per chi vuole portare qualcosa di più con sè: uno zaino polivalente, comodissimo e pieno di tasche per ritrovare subito ciò che si cerca. Noi abbiamo usato il modello di Finisterre precedente e ci siamo trovati benissimo, con un Finisterre a passeggio non sbagli!
Il tuo zaino diverrà il tuo migliore amico per una settimana di cammino e per tutte le avventure successive… Sceglilo con cura e trattalo con altrettanta attenzione!
Se vuoi uno zaino modulabile e con tante tasche porta accessori, il Millet Peuterey nella versione 35+10 o 45+10 litri fa al caso tuo. Ideale per percorrere la via anche in autunno-inverno, quando le temperature sono più rigide e occorre una felpa in più; o nel litraggio superiore anche per portare tenda, sacco a pelo e materassino. Il Peuterey offre tante tasche porta oggetti, versatili e comode, come lo scomparto frontale porta ramponi (attenzione che da novembre alcuni tratti della via possono essere innevati o ghiacciati es. Passo della Futa o Madonna dei Fornelli) che si presta ottimamente a porta fotocamera tipo Reflex.
7. Puoi usarlo come “banco di prova” per trekking di più giorni più impegnativi, ad esempio nelle Dolomiti o Alpi
Se intendi prepararti ad affrontare una più lunga altavia delle Dolomiti, ad esempio, la Via degli Dei ti può aiutare a misurarti con stanchezza, chilometri, dislivello e adattamento. In questo modo, potrai capire il tuo livello di preparazione fisica e mentale e tarare in maniera più corretta il tuo prossimo trekking!
8. Non hai mai provato l’esperienza di dormire in tenda e vorresti cogliere l’occasione senza superare i 2000 metri di quota, appoggiandoti ai B&B e ostelli che permettono di sostare lì con il servizio doccia incluso
La Via degli Dei si presta anche a questo: vivere l’esperienza di viaggio itinerante con la casa sulle spalle! Per ogni tappa troverai B&B, ostelli e campeggi che ti offriranno la possibilità di piantare la tenda, indisturbato e senza recare disturbo. Hai inoltre possibilità di farti una doccia a fine giornata e di disporre di un bagno, in modo da “testare” l’esperienza tenda senza ritrovarti senza appoggio alcuno, lontano dalla civiltà in vette alte e sperdute. L’unica cosa di cui stare attento sarà la presenza della fauna locale: cinghiali, cervi, cerbiatti, volpi. Riponi sempre i resti degli alimenti in appositi sacchi chiusi, in modo da non attirare amici inaspettati e per il resto goditi l’avventura.
P.S.: se la prima notte, giunto a Badolo, sognerai ruggiti di animali esotici e inizierai a temere per la tua sorte… tranquillo, non hai cenato pesante. Nei pressi c’è davvero uno zoo con leoni e leonesse, ma non preoccuparti, sei al sicuro!
Una delle faggete più antiche che si incontrano nel cammino.
9. Quando stai per arrivare a Firenze e inizi a scorgere il cupolone del duomo da Fiesole, è un’emozione unica
Camminare giorno per giorno in un contesto “lento”, con i suoi tempi e le sue mete giornaliere, ti riporta a vivere in una condizione di “giorno per giorno”. Dimentichi la frenesia e la fretta della routine a casa e ti riconnetti con la natura, con i compagni di viaggio e con il tuo ritmo. Apprezzi le piccole cose, come una doccia a fine giornata ed una buona colazione prima di partire. Quando ti trovi a Fiesole e inizi a scorgere il cupolone del Duomo di Firenze, inizierai a sentire adrenalina e gioia incontenibili. Dopo 4, 5 o 6 giorni di lento ma incessante procedere sei finalmente a pochi passi dall’arrivo. Ancora una volta, provare per credere…
La vista da Fiesole sul cupolone del Brunelleschi di Santa Maria del Fiore, nel centro storico di Firenze.
10. Quando arrivi a Firenze, e dopo le foto e gli abbracci con i compagni incontrati nel viaggio, inizi a sentire il languorino… Bhè, sei nel posto giusto per un gustoso lampredotto!