Martina Demmel è una ragazza tedesca di 19 anni che ha scalato più di 200 vie sopra l’8a e che scala sul 9a. Oltre all’arrampicata pratica lo sci, adora viaggiare, guardare netflix e altre attività normali per la sua età. Bene, la “solita” atleta che gareggia a livello internazionale. Ebbene no. Ciò che rende Martina interessante, a nostro modo di vedere, è il fatto che non è una atleta professionista ma un semplice amatore. E’ una ragazza che a 16 anni è stata portata da un amico a scalare in palestra e che nel giro di 3/4 anni è riuscita a raggiungere il 9a.
Riferisce Martina: Il mio obiettivo non è mai stato di scalare un certo numero di vie su un certo grado. La mia passione è semplicemente scalare su molte vie diverse e provare nuove vie con grandi classici, non importa quanto difficili di per sé. Questo è il motivo principale per cui mi piace scalare su tutte le vie che la zona in cui mi trovo ha da offrire e non solo dedicare le mie energie su un progetto specifico, solo perchè più duro.
Dopo questi risultati Martina si è qualificata nella nazionale di arrampicata tedesca, tuttavia, da come si pone lei, sembra che la cosa sia stata davvero naturale e senza difficoltà:
La mia motivazione cresce quando incontro dei nuovi movimenti e quando percepisco il flow mentre scalo verso l’ignoto durante una salita onsight. Questo probabilmente mi aiuta molto nel leggere le sequenze velocemente e nello scoprire la quasi perfetta soluzione direttamente durante il primo tentativo. Non ci sono segreti speciali perché non sempre questo lavoro perfettamente e come ognuno di noi anche io ho delle giornate no: ma è proprio questo che ci rende più forti! Al momento questo è quello che più mi motiva, ma chi lo sa, probabilmente cambierà nel giro di qualche anno o qualche mese.
Martina ci insegna che la passione può portarci molto lontano e che non occorre (per forza) essere professionisti per scalare gradi importanti. La sua esperienza ci fornisce 3 consigli, magari già sentiti, ma se seguiti passo per passo, qualunque sia il nostro grado aiutano a prepararsi nella corretta maniera:
1. Provare TUTTO
Non focalizzarsi sulle tacche perché si odiano gli svasi. O al contrario, non fare solo lanci e voli in palestra di boulder evitando micro tacche o movimenti statici. Praticare la tecnica in diedro e camino, come anche la dülfer in fessura. Fare vie “miste” con passaggi molto diversi, o comunque fare tante vie con caratteristiche diverse tra loro. Insomma, non diventare né boulderisti né falesisti; né placchisti né strapiombisti. Lei, infatti, non riesce a definirsi in una specialità. Preferisce (almeno per il momento!) continuare a provare tutto, senza cercare scuse per evitare ciò che non sente esattamente nelle sue corde. Quindi, cari climbers, se vogliamo davvero migliorare dobbiamo smetterla con il fissarci su qualcosa che già ci viene bene, ma piuttosto migliorare le nostre carenze nelle vie che più ci sembrano lontane dalla nostra comfort zone. Ancora una volta, smettiamola con le scuse!
2. Fare tante vie: evitare di focalizzarsi su di un progetto specifico
Il suo approccio è stato questo: scalare il più possibile, senza “evitare” passaggi scomodi e senza nemmeno insistere su di una via. Martina non si è fissata progetti (almeno prima del suo primo 9a) perché il suo approccio era volto ad una crescita “olistica”, cosa che non sarebbe avvenuta apprendendo fisicamente i movimenti di una specifica via progetto.
3. Fare tanto outdoor
L’allenamento in palestra è FONDAMENTALE. Blocchi, vie, trave, moon board, pan gullich e tutto ciò che riguarda l’allenamento anche a secco è imprescindibile. Tuttavia, ci vuole bilanciamento con l’allenamento outdoor: è inutile fare solo palestra sperando che forza nelle dita e potenza nei dyno possa automaticamente alzare il tiro in falesia. L’arrampicata su roccia richiede un controllo dei piedi maggiore, i movimenti possono essere più fantasiosi e sviluppati sulla base della percezione e delle caratteristiche di chi scala, e anche il controllo mentale è diverso.
Martina Demmel non ha scelto la via del suo primo 9a. Le è stata consigliata e proposta dagli amici con cui aveva organizzato il viaggio in Spagna. La via in questione si chiama Joe Cita e si trova in Spagna, nel paradiso di Oliana. La via è stata aperta da Jakob Shubert ed in seguito ripetuta da Laura Rogora nel 2017.
Nelle sue prime battute a riguardo, dice che basse aspettative, condizioni ideali della stagione e soprattutto una buona dose di carica dagli amici che erano con lei l’hanno portata a chiuderla in soli 5 tentativi.