La corda rientra a pieno titolo tra i migliori amici dei climber.
Ti accompagna in ogni avventura outdoor e indoor, è con te nei momenti più difficili: in tutti i voli, quando ti tocca abbandonare la via nel punto critico causa diluvio improvviso e anche quando il partner di arrampicata si guarda palesemente intorno finché fa sicura e tu ti imbestialisci.
La qualità di una corda si misura sotto diversi aspetti come la maneggevolezza, la resistenza ai voli ed alle abrasioni su roccia, l’elasticità e la dinamicità, il rapporto peso e lunghezza, i trattamenti costruttivi, da quello impermeabilizzante dry a quello Unicore.
Come preservare la nostra migliore amica dalla vecchiaia e dall’usura? In altre parole, quali sono i comportamenti da adottare per farla durare di più e condividere con lei tante altre avventure?
1. Scegli la corda più idonea in base all’uso che andrai a farne
Se cerchi una corda da falesia, non guardare le mezze: sarebbero un impaccio in più, a meno che tu non voglia solo far pratica. Se cerchi una corda da ghiaccio e alpinismo, allo stesso modo, non adocchiare corde senza trattamento dry, tanto per iniziare. Quindi scegli la corda più adatta all’attività che intendi fare, in modo da non sottoporla a stress o situazioni ambientali particolari per cui non è pensata.
Ad esempio, preferisci una corda spessa almeno 9.5 per fare top rope in falesia. Porterai qualche grammo in più sulle spalle in avvicinamento, ma liberare il tiro con la tua compagna in ottima forma sarà più rilassante.
In montagna su vie alpinistiche si preferiscono le mezze corde o le gemelle, naturalmente più leggere prese singolarmente per via del minor spessore, danno maggiori garanzie in caso di caduta sassi, massi e volo su roccia tagliente.
Al di là di questo, ci sono pratiche comuni e trucchetti per usurare il meno possibile la corda e mantenerla elastica, dinamica e resistente nel corso degli anni, riassunte qui sotto.
2.Utilizza una sola corda per ogni attività
Lo sappiamo, è sicuramente dispendioso, ma ne guadagnerai in corde più durature nelle tue avventure e nella tua sicurezza. Quando vai in falesia, usa la corda da falesia. Quando vai in montagna, dedicane una apposita. Tieni nota dei voli, di circa quante volta la utilizzi e fai una stima di quando è ora di cambiarla!
3.Per lavorare le vie difficili, da ripetere e riprovare molteplici volte, c’è questo strumento magico
Beal Protector 70cm è un protettore per corde particolarmente utile se la roccia presenta spigoli taglienti, spuntoni pericolosi o è semplicemente.. in granito. Infatti il granito è una pietra ignea intrusiva felsica, formata per la maggior parte da feldspati, quarzo e miche. I quarzi del granito a conferire la particolare lucentezza della pietra, nei “granelli” bianchi. Nello specifico, per ciò che interessa a noi climbers, sono proprio i cristallini di quarzo a rendere la roccia particolarmente ruvida, con una superficie irregolare e disomogenea, ideale per l’aderenza ed un’arrampicata di tipo tecnico. Infine, sono proprio loro a usurare particolarmente la tua corda, tramite l’effetto “grattuggia”.
4. Gira la corda ogni volta che sali da primo o da secondo una via
Il fatto di girare la corda ad ogni tiro permette di sollecitare (quasi) allo stesso modo entrambi i capi della corda, e di conseguenza i primi metri, che sono i più usati e consumati. L’usura non sarà mai uguale in entrambi i capi, in quanto dipende da molteplici fattori, tra cui il peso di chi si lega da un lato e dall’altro, dal magari differente dispositivo di sicura utilizzato tra i due arrampicatori legati, dal possibile differente nodo per legarsi alla corda… tuttavia è buona norma adottare questa strategia per ridurre la disparità tra i capi.
5. Spigoli taglienti a parte, ciò che in assoluto rovina di più la tua corda è la sporcizia!
Polvere, terra e residui vari si depositano nella calza della corda durante il normalissimo uso (attenzione: la palestra indoor non è esonerata da questo problema!) e grattano tra di loro, procurando piccoli tagli e penetrando dentro. Questo avviene per via della carica elettrostatica della corda, la quale attira a sé sporcizia e polveri varie. Queste, depositandosi, penetrano dentro la corda tramite il normale uso, ed in particolar modo con i dispositivi di sicurezza.
La funzione dei teli o sacchi porta corda non è solo per facilitarti lo spostamento tra una via e l’altra, ma è proprio per evitare questa piccola e costante usura!
6. Se puoi, rallenta la velocità delle calate
Effettuare calate veloci, sia su monotiri sia su discese in doppia, fa invecchiare precocemente la tua corda. Questo perché la velocità aumenta l’attrito della corda con il dispositivo di calata (gri gri, secchiello, piastrina, otto etc.) e la corda si surriscalda, consumandosi più velocemente. Ovviamente non stiamo parlando di un paio di calate veloci, ma dell’abitudine di effettuarle sempre a razzo.
Se ti piace il lavoro intensivo la Beal Panther 9.6 total black è una corda con una calza speciale, unica nel suo genere, particolarmente robusta, adatta ad ogni utilizzo.
7. Non pestarla. Ma esattamente, perché?
Non pestarla appare un consiglio ovvio, ma esattamente perché bisogna stare particolarmente attenti a non calpestare la corda?
In primis, se stai facendo dry tooling e indossi dei ramponi, rischi di strapparla. Ma anche se utilizzi scarpe normali o scarpette da arrampicata, pestando la corda accade che oltre alla remota possibilità di taglio, calpestarla farà depositare più direttamente lo sporco nell’anima della corda e tenderà a macinarlo, aumentando la possibilità di abrasione interna.
8. Non lasciare la corda nel baule dell’auto per 10 giorni di fila
Nonostante le corde siano trattate per resistere ai raggi UV, non è consigliabile lasciare la corda direttamente a contatto con il sole, in particolare in un ambiente chiuso e senza ricircolo d’aria come quello dell’automobile. Inoltre, in estate può facilmente raggiungere temperature elevate che tendono a mettere sotto stress la salute della corda.
In realtà, anche abbandonarla in falesia al sole senza utilizzarla, ne compromette la durata. Questo perché, diversamente dall’uso, per cui è testata, depositarla staticamente alla base della parete sotto il sole la fa surriscaldare (oltre che attirare più polveri e sporcizia rispetto che tenerla al sicuro nella sua sacca) e quando sarà ora si usarla sarà ancor più sotto stress.
9. Toglila subito dai dispositivi di sicurezza dopo l’uso!
Abbiamo visto come le calate, in particolar modo veloci, contribuiscono a compromettere la salute della corda. Buona norma è togliere immediatamente il dispositivo di sicurezza dalla corda subito dopo l’utilizzo. Se hai appena calato il tuo socio dopo il tiro di riscaldamento della giornata, procedi a togliere presto il dpi appena usato dalla corda e collegalo all’imbrago aperto, in modo da farlo raffreddare. Questo consiglio è da tenere a mente sia nelle stagioni calde, ma anche in quelle fredde, in quanto l’attrito della corda nel dpi la fa in ogni caso aumentare di temperatura. Allo stesso modo, quando hai effettuato una calata in doppia, togli subito il cordino usato nel prusik o machard, oltre che il dpi usato per calarti.
10. Infine, se davvero vuoi bene alla tua fedele compagna, regalale un bagnetto e una spazzolata all’occasione
Ti sembrerà follia, ma molti climbers fanno più piacevolmente il bucato agli attrezzi sportivi piuttosto che… una doccia. In commercio esistono detergenti appositi per il lavaggio totalmente naturali (meglio a mano, in una grossa vasca o bacinella) e spazzole da utilizzare prima e dopo l’acqua. Nulla di trascendentale, basta spazzolarla prima di metterla su un ampio recipiente, lavarla con poco detersivo idoneo a meno di 30° e farla asciugare al riparo dalla luce diretta. Se cerchi una guida apposita sul lavaggio, dai un’occhiata qui. Ti darà molta soddisfazione vedere l’acqua nera scivolare via dalla tua corda…
Se vuoi, dalle un’ultima carezza con la spazzola pulisci corda di casa Beal, loro sanno come si tratta una signora corda. Anche lavare regolarmente il telo o sacco porta corda previene l’usura della stessa. E mi raccomando, non centrifugare!!
Sestogrado – yes, we climb.