Friuli e terre di confine: la storia dell’arrampicata in Friuli Venezia Giulia è forse una delle più importanti d’Italia visto che nasce da celebri alpinisti come Comici e Carlesso, i quali “inventarono”, già dai primi anni del secolo scorso, la Val Rosandra e Dardago come terreno d’allenamento alle maestose muraglie dolomitiche. Questa regione, divisa in tre aree ben distinte, racchiude innumerevoli e spesso incantevoli falesie di varie dimensione e tipologia, adatte sia al principiante che a chi vuole aggredire gradi estremi.
Si va dai temuti strapiombi di Erto, conosciuti in tutta Europa, alle piccole falesie immerse nel Parco delle Dolomiti Friulane, alle rocce del tarvisiano e dell’alta Carnia dove sorge il piccolo gioiello calcareo di Avostanis, falesia in quota tra le più belle d’Italia. L’area triestina, ricchissima di falesie e di fortissimi arrampicatori, spicca con la Costiera e la Napoleonica, mentre dietro l’angolo, oltre confine, in terra slovena, ci aspettano le tre enormi falesie di Osp, Mišja Pec e Crni Kal, templi della scalata europea, sulle cui pareti si cimentano i più forti arrampicatori del mondo.
È questa la seconda edizione di una guida completa, frutto di anni di lavoro sul campo con l’aiuto e la collaborazione di tutti i principali chiodatori della zona, ma anche frutto del coraggio di mettersi in gioco da parte della comunità alpinistica friulana, con la fiducia di chi crede che la divulgazione di questo sport possa contribuire allo sviluppo sociale ed economico del territorio.
Daniele Bucco, nato a Pordenone nel 1977, lavora come operaio metalmeccanico vicino a Maniago. Nel ’90 ha mosso i primi passi nel mondo verticale lungo le vie della Val Colvera, dove ancora oggi spitta nuovi tiri e manutenziona vecchie vie. Istruttore FASI, tracciatore e presidente di A.S.D. Teste Di Pietra, è conoscitore di buona parte delle zone d’arrampicata del triveneto e di diverse falesie d’Italia e d’Europa. Amante della scalata in tutte le sue forme, privilegia il boulder e la falesia, arrivando a salire vie fino all’8b e blocchi fino al 7c. Non disdegna l’alpinismo classico delle vicine Alpi Carniche e Dolomiti. Ma sicuramente il suo motto è: non di solo grado si vive!
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