L’8 agosto 1786 si compì la prima ascensione del Monte Bianco, la vetta più alta delle Alpi e dell’Europa (escluso il Caucaso), con i suoi 4810 metri. Jaques Balmat, un cercatore di cristalli, e il medico Michel Gabriel Paccard raggiunsero la cima alle 18:23 e vi rimasero per circa quaranta minuti, durante i quali condussero misurazioni scientifiche. Questa spedizione, organizzata dal celebre scienziato Horace-Bénédict de Saussure, segnò l’inizio dell’alpinismo. De Saussure, studioso di ghiacciai, aveva a lungo pianificato misurazioni sul Monte Bianco, promettendo una ricompensa a chi avesse scalato per primo la montagna.
Paccard, laureato a Torino e già tentato dalla scalata nel 1783, si unì a Balmat, esperto delle montagne di Chamonix, per questa impresa. Sebbene non fossero particolarmente in sintonia, unirono le forze, decidendo di non seguire la via tradizionale dei Grands Mullets. Scelsero invece un percorso alternativo attraverso il Grand Plateau, sotto la parete nord del Monte Bianco. Durante la salita, Balmat fu tentato di tornare indietro a causa delle condizioni di salute della figlia, che morì quel giorno stesso, ma continuarono fino alla vetta.
La discesa fu complicata dal sopraggiungere del buio, ma grazie alla luna piena, riuscirono a bivaccare. La data di questa impresa segna l’inizio della “fase di conquista” dell’alpinismo, periodo durante il quale tutte le maggiori vette alpine furono scalate. L’ultima grande vetta fu il Cervino, raggiunto nel 1865 da Edward Whymper. Con il tempo, le motivazioni scientifiche delle prime ascensioni lasciarono spazio a quelle sportive. Oggi, una statua a Chamonix raffigura Balmat che indica il Monte Bianco a de Saussure, commemorando questa storica impresa.
Sestogrado – yes, we climb.