Sasha Di Giulian

Sasha Di Giulian e la folle storia del bullismo online

Per chi non la conoscesse Sasha Di Giulian è una delle più forti ed apprezzate climber americane. Forte perché sin da giovanissima ha partecipato a competizioni di arrampicata sportiva ad alti livelli, è stata la terza donna al mondo a chiudere un 9a (Era Vella 2012), ha scalato Magic Mushroom sulla Nord dell’Eiger con Carlo Traversi. Apprezzata perché viene seguita da decine di migliaia di fan (su FB ha più di 280.000 fan, Adam Ondra ne ha poco più di 80.000) che la ritengono una fonte di inspirazione: è brava, è bella (che non guasta mai), è impegnata nell’arrampicata e nella vita, riuscendo a diplomarsi al college tra un progetto alpinistico e l’altro, sostiene diverse cause per i diritti dello sport in USA, cause contro l’obesità adolescenziale, etc.

Fin qui tutto bene.

Poi d’un tratto salta fuori che Joe Kinder, forte climber statunitense, atleta professionista, non così popolare come la Di Giulian, ma comunque noto agli appassionati, decide di fare una cosa folle: crea un falso profilo instagram con cui inizia ad insultare e sfottere pesantemente la Di Giulian.

https://www.instagram.com/p/BZmWN4ilKsX/?utm_source=ig_embed

Una volta “scoperto” chi stava dietro ai post, ora definiti come cyberbullismo, la Sasha Di Giulian ha contattato direttamente Joe Kinder, chiedendogli di interromperne la pubblicazione, ma senza avere risposta.

A questo punto Sasha Di Giulian ha reso pubblico il fatto con un post su instagram che potete leggere qui:

https://www.instagram.com/p/BiU1UJQAusi/?utm_source=ig_embed

La conseguenza è stata che Joe Kinder è stato immediatamente mollato dai suoi sponsor che ne hanno preso le distanze. Prima Black Diamond con questa comunicazione:

https://www.instagram.com/p/BiYh5k7n3u8/?utm_source=ig_embed

poi La Sportiva che si è immediatamente dissociata dal comportamento di Kinder, rompendo qualsiasi rapporto con lui:

https://www.instagram.com/p/BifQnytA59P/?hl=en&taken-by=lasportivana

Successivamente Joe Kinder ha fatto ammenda, scusandosi pubblicamente e cercando di riparare i cocci. Ha affermato che le affermazioni diffamatorie pubblicate su instagram nei confronti di Sasha Di Giulian sono frutto della sua indole da skater punk, che è come dire che “l’ho fatto perché sono un bimbominchia”, aggiungendo a sua volta di aver subito cyberbullismo online egli stesso in precedenza.

Questo fatto, da un lato può essere considerato il gesto stupido e folle di un ragazzo che si è trovato ad “avere tutto”, cioè a poter condurre una vita libera basata sulla propria passione e finanziata dagli sponsor, per poi perdere questa opportunità, dall’altro lato ha dato luogo alla nascita di un dibattito nella comunità dei climber americani sul grado di sessismo e sciovinismo presente nell’arrampicata stessa.

Si è rilevato come l’arrampicata sia una attività “dominata” da maschi bianchi, che ne hanno fatto la storia, che dirigono le aziende in cui si produce l’attrezzatura, che scrivono e parlano sui media, e che in qualche modo Joe Kinder possa essersi sentito “sostenuto” nel suo agire da un ambiente maschilista consenziente.

Dibattito particolarmente in auge in tempi di “Me Too” e sostegno alle donne in USA dopo il caso Weinstein.

Sasha Di Giulian ha accettato le scuse di Kinder. Ha incoraggiato altri atleti ad utilizzare la propria influenza sui social media per rispettare ogni persona a prescindere dalle caratteristiche fisiche e per quello che sono come individui.