piolet-traction ‹piolè traksi̯õ′› locuz. f., fr. [comp. di piolet «piccozza» e traction «trazione»]. – Nell’alpinismo, tecnica di progressione frontale su pareti o cascate di ghiaccio, basata sulla trazione delle braccia con due attrezzi (due piccozze o una piccozza e un martello piccozza), da piantare alternativamente al di sopra del capo, e sull’appoggio delle sole punte frontali dei ramponi.
Questa la definizione che da il Dizionario Treccani di una delle tecniche più utilizzate nell’alpinismo classico e nell’arrampicata mista.
UN PO’ DI STORIA
Si tratta di una tecnica che viene definita “moderna”, questo perché nasce negli anni ‘60/‘70 probabilmente con il francese Walter Checchinel che iniziò a pensare di salire i più ripidi pendii innevati non più “fianco a monte”, ma “faccia a monte”.
Fino ad allora infatti gli alpinisti scalavano con una tecnica “fianco a monte”, ovvero piantando solo la loro unica piccozza, o meglio l’alpenstock, al loro fianco sul lato a monte, e utilizzando i ramponi, privi delle punte frontali, di piatto e parallelamente alla linea di massima pendenza sfruttando la flessione della caviglia, questo naturalmente impedisce la salita quando le pendenze diventano importanti. L’altra tecnica era quella di scavare gradini nel ghiaccio, un sistema non solo molto faticoso, ma che costringeva a una progressione a dir poco lenta.
Di grande stimolo per l’evoluzione della piolet traction Ivon Chouinard (fondatore di Patagonia) che nel 1966 propone a Charlet, un produttore di piccozze, di creare una picca da 55 cm con manico incurvato.
“Una curva compatibile con l’arco della battuta della piccozza” dice Chouinard ”permette alla picca stessa di piantarsi meglio nel ghiaccio e di rimanere più salda. Ho notato che la normale piccozza esce dal ghiaccio quando ci carico sopra il peso”.
Conseguentemente ci fu un’evoluzione dei ramponi, su cui iniziarono a comparire le due punte anteriori.
Con queste due innovazioni cambiò completamente il modo di andare in montagna e si aprirono nuove possibilità. Le grandi pareti Nord divennero un sogno realizzabile e non più impossibile, insomma nacque l’alpinismo moderno.
La Camp X Light è una delle migliori piccozze tecniche paletta/martello, ideale per alpinismo tecnico su ghiaccio, misto e dry tooling.
LA TECNICA BASE
Per effettuare la Piolet traction servono due piccozze e ramponi con punte frontali. Le piccozze vengono impugnate alla base del manico e con esse si effettua una “battuta”, caricando il colpo con il gomito piegato a 90° e stendendo il braccio in maniera fulminea e lineare. Prima una piccozza, poi la seconda, successivamente si alzano i piedi andando a piantare, sempre con un colpo secco e rapido, prima un rampone e po l’altro.
PROGRESSIONE IN VELOCITÀ
Un’altro modo di intendere la piolet traction e quello comunemente utilizzato sulle pareti Nord e su pendii innevati non verticali. In questo caso le picche non sono sopra la testa, ma piuttosto all’altezza del volto, e sono impugnate non alla base del manico, ma nella curva appena sotto alla testa. La progressione avviene come se stessimo gattonando sul pendio, con gambe e braccia che si muovono in armonia e quasi simultaneamente, per ottenere una salita rapida ed efficace. In questo caso siamo al limite della Piolet Traction perché si va a lavorare in maniera quasi equivalente su gambe e braccia.