Vedendola penzolare dal mio imbrago, nuova di pacca, luccicante al sole nel suo colore sgargiante, il mio socio ha esclamato: “Ma utilizzi ancora una piastrina? Ancora usi quel pezzo di antiquariato?”
Con l’avvento sul mercato di sistemi di assicurazione sempre più sofisticati e all’avanguardia la cara e vecchia piastrina Gi-Gi sembra davvero un pezzo da museo, non a caso continua a fare bella mostra di sé all’interno del materiale base richiesto dai corsi CAI, eppure c’è chi ancora la utilizza largamente, anzi la preferisce a molti altri sistemi.
Potremmo chiamarla la “guerra della semplicità” dove la fazione a favore della piastrina si contrappone a quella che preferisce sistemi come ATC di Black Diamond o Reverso di Petzl.
A favore della Piastrina si è schierata una delle voci piu autorevoli dell’arrampicata mondiale: Steph Davis che in post sul suo blog così scriveva: “Se c’è una cosa senza la quale non posso vivere, questa è la piastrina. Come tutte le cose meravigliose, è unica. Non ci sono parti in movimento, niente da mantenere, niente da rompere, nessun mistero. È semplice, economica, leggera, minimalista e perfetta nel suo lavoro. Ho avuto la mia per almeno 10 anni, e sembra che non avrò mai bisogno di acquistarne un nuova”.
Perché la ama così tanto? Lei dice per alcuni semplici motivi:
1- “Si può facilmente tirare la corda, non importa quanto rigida, spessa o congelata la corda sia”.
2- “Posso fare sicura a due persone contemporaneamente e nello steso tempo sistemare le corde e scattare fotografie”.
3- “Posso assicurare il mio partner e allo stesso tempo recuperare una haul bag”.
4- “Ottima per le calate in doppia”.
5- “È autobloccante, quindi mentre assicuro il secondo posso tranquillamente mettermi una giacca oppure scattare qualche foto”.
Come dargli torto, utilizzata in via lunga la piastrina è davvero efficace: forza d’arresto enorme, il vantaggio di tenere le corde bloccate e soprattutto la sua estrema comodità durante le calate.
Dall’altra parte della barricata invece sono in molti a puntare il dito sui lati negativi di questo sistema.
Prima di tutto smentiscono la sua leggerezza, almeno nella versione tradizionale di Kong che pesa 68g, mentre il Petzl Reverso ferma l’ago a soli 59 grammi, fuori classifica l’ATC con 87 grammi, il CT BeUp a 85grammi e il DMM Pivot a 72grammi. La piastrina gi-gi OVO di Camp, perfezionata ed alleggerita, ha colmato questo gap portandola a 58g.
Inoltre sostengono che non sia così longeva, anzi si consumi più velocemente degli altri sistemi, ma soprattutto sia piuttosto pericolosa nell’utilizzo di corde con diametri sottili perché queste gli fanno perdere la caratteristica di essere auto-bloccante. Altri punti negativi sarebbero l’impossibilità di assicurare il primo di cordata (piastrina gi-gi Kong) e il fatto che la piastrina non possa essere utilizzata per calare un partner.
Tolta la piastrina di Camp che è omologata per fare sicura anche al primo, se si legge il manuale della piastrina GiGi di Kong questi due assiomi vengono in parte smentiti, infatti si legge: “Quantunque la Gi-Gi non sia stata espressamente studiata come assicuratore dinamico al primo di cordata, viene usata da alcuni esperti usando due connettori. Attenzione è comunque una manovra delicata e che richiede pratica.” e ancora: “La calata di alti carichi (esempio due soccorritori) può essere effettuata utilizzando due Gi-Gi e quattro connettori [….]. Quando effettuate una calata usate sempre un autobloccante di sicurezza[…]. Vi servirà in caso di malore, di crampo, o di semplice scottatura alle mani.”
Insomma, anche per i possessori di piastrine tradizionali, i due grossi limiti possono essere superati, ma solo a patto di essere utilizzatori esperti e avere molto, molto materiale con voi.
Il vantaggio principale della piastrina rispetto ai sistemi a “secchiello” è la facilità con cui scorre la corda, questo perché la piastrina ha fessure più larghe degli altri dispositivi, ciò evita anche che le corde si scaldino troppo e si consumino. Va ricordato che se si utilizza una sola corda, questa deve essere con diametro uguale o maggiore di 10mm, questo limita l’utilizzo della piastrina, soprattutto ora che sul mercato sono disponibili corde con triplice certificazione e diametri ridotti.
Ultimo punto a favore della piastrina è la possibilità di utilizzarla per creare un Mezzo Poldo per il recupero in crepaccio, quindi un equipaggiamento che risulta indispensabile per l’alpinismo e lo sci-alpinismo in ambiente di ghiacciaio.
Possiamo arrivare a una verità finale? La nostra risposta è NO!
Con il gran numero di sistemi di assicurazione presenti sul mercato possiamo affermare che la scelta di uno o dell’altro, sempre se usati in maniera corretta e per quello per cui sono stati creati, è una questione puramente personale. Chi scrive per esempio in via lunga e in alpinismo porta sempre all’imbrago la piastrina come equipaggiamento di sicurezza, ma normalmente utilizza il Reverso 4, ma nel caso questo cada o sia inutilizzabile meglio avere un sistema di assicurazione in più sull’imbrago. La piastrina, con la sua semplicità è forse il miglior backup possibile.
Inoltre quel semplice pezzo di metallo ha un fascino davvero speciale, una sorta di amuleto che unisce la storia dell’arrampicata con il suo futuro.