Arrampica Roma Nord è il primo di due volumi comprendenti tutte le falesie intorno a Roma con un raggio di 200 km. Include quindi aree comprese, oltre al Lazio, anche in Toscana, Umbria, Marche, Abruzzo e Campania.
In totale quasi 6000 tiri di roccia!
Precisione, cura del dettaglio, documentazione sono qualità che ogni autore di guida deve avere o almeno, se non “nasce imparato“, farsi. Ma, se dietro c’è la completa padronanza dei luoghi, allora la guida sarà efficace senza essere asettica: rimane uno strumento di consultazione, ma diventa anche informazione, quasi lettura serale. In più, Riccardo Innocenti aggiunge le testimonianze degli scopritori e degli apritori, riporta qualche loro profilo e varie curiosità.
E’ questione di mente comprensiva, aperta, filtrante. In definitiva, di stile.
Con un occhio alla sicurezza in generale, nell’introduzione ben undici pagine sono dedicate alla chiodatura. Foto e testo illustrano le molte e differenti tipologie di attrezzatura delle lunghezze di corda e delle soste, rimarcando alla perfezione i possibili pericoli insiti negli ancoraggi che si trovano in loco.
Sicuramente l’autore non può aver percorso personalmente tutte le 256 vie multipitch e i 5558 monotiri descritti nei due volumi e sparsi nelle due ore d’auto che costituiscono l’ideale raggio con centro Roma. Ma l’intelligenza comprensiva, aperta e filtrante di cui dicevo sopra ha provveduto a sostituire un’impossibile arrampicata che neppure un team organizzato di ripetitori avrebbe potuto realizzare se non in tempi geologici.
E i tempi invece sono stati ristretti, quasi tre anni di lavoro: in tempo, come dice Innocenti, per fare uscire una guida già “vecchia“ in partenza, esagerando per far capire il concetto che le novità, nelle falesie, si rincorrono a una velocità superiore a quella dell’odierna informazione (che già è in tempo reale!).
La cura del dettaglio è già visibile nell’abbondante presentazione di foto e schizzi. Personalmente ho apprezzato molto la scelta di riportare foto delle falesie in cui non fossero tracciati tutti gli itinerari ma solo quelli di riferimento, in modo da reperire con sufficiente agilità ciò che cerchiamo, tramite il facile confronto con l’elenco delle vie, in genere sempre posto accanto. Un piccolo sforzo richiesto all’arrampicatore, assai utile però per comprendere meglio la geografia del luogo e degli itinerari. Per le vie a più lunghezze è sempre riportata la notizia storica dei primi salitori, con la data; particolare tralasciato per i monotiri chiodati dall’alto. Un piccolo appunto: la datazione delle vie sportive e l’attribuzione ai loro autori sono altrettanto utili, perché anche le vie sportive hanno la loro storia, fatta di epoche, di mode, di momenti creativi particolari. Proteggibilità e impegno globale, sia per le vie classiche che per quelle sportive, sono sempre classificate.
Anche se la competenza non si crea con la quantità, l’aver inserito tutti gli itinerari, anche quelli desueti, dà un valore storico al lavoro, oltre che fornire possibilità ulteriori di recupero e valorizzazione.
Errori possibili? Beh, la perfezione non è di questo mondo. Di certo Innocenti si è trovato di fronte a qualche piccolo mistero nella storia dell’arrampicata romana, anche a episodi forse sepolti per sempre. Non possiamo escludere che un lavoro così non abbia proiettato anche solo un piccolo raggio di luce su questi interrogativi e magari scatenato la curiosità di qualcuno. I cold case sono in attesa di essere risolti ovunque!
Reviews
There are no reviews yet.